Abbagliamento causato dai raggi solari: colpevole il conducente che non rallenta e investe mortalmente un pedone
Evidente la gravità della condotta tenuta dalla persona alla guida, condotta che ha ignorato completamente le condizioni della strada

Lungo un rettilineo di oltre 70 metri e con l’abbagliamento provocato dai raggi solari è grave la decisione del conducente di non moderare la velocità della propria vettura. E ciò rende ancora più evidente la sua colpevolezza per l’omicidio colposo commesso centrando un pedone. Decisivi i dettagli del drammatico episodio. All’automobilista viene contestato di non essersi colpevolmente avveduto della presenza di una persona che stava camminando sul margine destro della strada – extraurbana – nella stessa direzione del veicolo e, soprattutto, di non avere tenuto una velocità tale da consentirgli di rendersi conto della presenza del pedone così da evitarlo. A inchiodare il conducente sono anche le condizioni della strada teatro dell’incidente, strada caratterizzata, in quei drammatici momenti, dall’abbagliamento provocato dai raggi solari e dal cono d’ombra creato dal muro presente a margine della strada. Proprio per questo, egli avrebbe dovuto tenere, osservano i giudici, una velocità ridotta, cosa che, invece, non ha fatto, tanto che non rallentando ma anzi tenendo una velocità sostenuta, non ha potuto avvistare il pedone, lo ha urtato e ne ha cagionato la morte. (Sentenza 3523 dell’1 febbraio 2022 della Cassazione)