Accertamento di paternità: costa caro il rifiuto del test genetico

Il comportamento del presunto padre è un elemento indiziario inequivocabile

Accertamento di paternità: costa caro il rifiuto del test genetico

L’esame genetico è lo strumento più idoneo per verificare l’identità del presunto padre, alla luce della compatibilità col patrimonio genetico del figlio. Di conseguenza, il rifiuto opposto dall’uomo, che evita consapevolmente di sottoporsi agli accertamenti immuno-ematologici, è comportamento di così elevato valore indiziario da potere, esso solo, fornire la dimostrazione della fondatezza della domanda mirata all’accertamento della sua paternità. Respinta la tesi proposta dal legale dell’uomo, tesi secondo cui è fondamentale la prova della relazione o, almeno, dell’incontro sessuale tra il presunto padre e la madre. I giudici ribadiscono il valore riconosciuto al rifiuto frapposto dal presunto padre naturale, convenuto in accertamento dal presunto figlio, di sottoporsi alla prova ematologica di riscontro della compatibilità genetica, prova che, viene sottolineato, ha margini di sicurezza elevatissimi, verificando l’esistenza o l’inesistenza di incompatibilità genetiche tra il figlio e il presunto padre. (Ordinanza 7667 del 9 marzo 2022 della Cassazione)

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