Casa in affitto troppo vicina a quella della moglie: il divieto di avvicinamento tramutato in arresti domiciliari
Evidente, secondo i giudici, la gravità della condotta tenuta dall’uomo. Irrilevante il mancato trasloco

Errore gravissimo, senza dubbio, quello compiuto dall’uomo che, nonostante i giudici gli abbiano imposto l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento, a distanza inferiore ai 500 metri, ai luoghi frequentati dalla moglie, prende in affitto un appartamento a pochi metri dalla casa dove vive la donna. Assolutamente irrilevante il fatto che, come da lui sostenuto, non sia stato effettuato il trasloco nell’immobile preso in affitto. Sacrosanta, di conseguenza, la decisione di rendere più grave la misura cautelare adottata in origine a tutela della donna. Ciò significa che ora l’uomo deve, volente o nolente, accettare l’applicazione degli arresti domiciliari, ovviamente all’interno di un immobile che sia ben lontano da quello abitato dalla moglie. Per i giudici è evidente la gravità della condotta tenuta dall’uomo, poiché prendere in affitto un appartamento a poca distanza da quello della moglie è una chiara violazione della misura adottata nei suoi confronti, ossia allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna. (Sentenza 4208 del 7 febbraio 2022 della Cassazione)