Chiede ai genitori soldi per acquistare droga: condannato per estorsione
Impossibile sostenere che l’uomo abbia agito nella convinzione di esercitare un suo diritto

I comportamenti violenti del figlio nei confronti dei genitori, comportamenti mirati all’ottenimento di denaro non necessario al suo mantenimento bensì all’acquisto di beni superflui, ossia sostanze stupefacenti, vanno catalogati come una vera e propria estorsione. Sacrosanta la condanna di un uomo finito sotto processo a seguito della denuncia presentata nei suoi confronti dai genitori, non più in grado di sostenere pressioni, minacce e violenze e continue richieste di denaro. Per i giudici è logico parlare di fattispecie estorsiva, non solo per i comportamenti violenti dell’uomo verso i genitori, ma anche, anzi soprattutto, per l’inesistenza di un suo diritto, rispetto a madre e padre, tutelabile per via giudiziaria. Inutile, quindi, il richiamo difensivo alla convinzione dell’uomo di esercitare un suo diritto, poiché ciò è smentito dal fatto che le aggressioni verso i genitori sono state sempre funzionali ad ottenere il denaro necessario per l’acquisto di sostanze stupefacenti. (Sentenza 3948 del 4 febbraio 2022 della Cassazione)