Colpevole il medico per l’errata trasfusione di sangue compiuta dall’infermiera lasciata sola

Nessuna giustificazione per il fatto che il medico aveva più pazienti da seguire rispetto all’infermiera

Colpevole il medico per l’errata trasfusione di sangue compiuta dall’infermiera lasciata sola

Colpevole il medico che lascia sola l’infermiera nella fase di esecuzione della trasfusione di sangue e così non è materialmente in grado di impedirle l’errore fatale ai danni del paziente, ossia la somministrazione di un gruppo sanguigno non compatibile con quello del paziente. Prendendo in esame la delicata vicenda, i giudici sottolineano che è irrilevante il fatto che in quei momenti l’infermiere avesse meno pazienti da seguire rispetto al medico, poiché la procedura prevista per la trasfusione doveva essere ripetuta, poiché il medico, nella fase precedente all’inserimento della sacca di sangue, si era allontanato per controllare i monitori relativi alle condizioni dei pazienti più gravi. E non può essere meno grave la responsabilità del medico, chiariscono i giudici, alla luce del fatto che il paziente era già in condizioni critiche e con pochissime probabilità di sopravvivenza, poiché è palese la somministrazione di un gruppo sanguigno non compatibile con quello del paziente ne ha cagionato la morte, riducendone fortemente le seppur minime chances di sopravvivenza. (Sentenza 4323 dell’8 febbraio 2022 della Cassazione)

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