Consegna l’assegno al venditore dell’auto e poi corre a svuotare il conto: condotta che vale una condanna per truffa
Inequivocabile il comportamento tenuto da una donna e chiaramente mirato a raggirare il venditore

Consegnare l’assegno al venditore per garantire il pagamento e poi correre a svuotare il conto vale una condanna per truffa. Impossibile parlare di mero mancato pagamento di quanto pattuito a livello di contratto, poiché è palese il raggiro messo in atto ai danni del venditore e concretizzatosi coi molteplici prelievi di denaro al bancomat, prelievi che alla fine hanno reso il conto un salvadanaio vuoto e ridotto l’assegno ad un inutile pezzo di carta. Sacrosanta, nella vicenda in esame, la condanna di una donna, finita sotto processo perché accusata di avere provato a raggirare l’uomo da cui aveva acquistato una vettura pagandolo con un assegno rivelatosi poi scoperto. A rendere indifendibile la posizione della donna è la condotta da lei tenuta subito dopo la consegna dell’assegno. Nello specifico, è emerso che ella ha effettuato molteplici prelievi al bancomat, così da svuotare il conto corrente a cui faceva riferimento l’assegno, divenuto perciò un mero pezzo di carta. Logico parlare di truffa, poiché la donna ha dapprima mostrato al venditore la quasi totalità della capienza del conto su cui era tratto l’assegno in relazione all’importo della vendita e poi ha svuotato quello stesso conto, prima dell’incasso dell’assegno. (Sentenza 8576 del 14 marzo 2022 della Cassazione)