Contratto di vitalizio per prestare assistenza a un’anziana: ignorarlo vale una condanna
Riconosciuto il reato di abbandono di persona incapace. Acclarata la mancata assistenza morale e materiale all’anziana

Condannata a 18 mesi di reclusione per abbandono di persone incapaci la donna che ha consapevolmente trascurato, portandola alla morte, un’anziana signora di quasi 86 anni, ignorando volutamente l’obbligo di fornirle assistenza morale e materiale, obbligo frutto di un contratto di vitalizio –stipulato un anno prima della morte dell’anziana – , e non provvedendo alle cure di cui necessitava in ragione della sua situazione di salute. Oltre alla sanzione penale, però, la donna dovrà anche sobbarcarsi l’obbligo di risarcire i danni patiti dai familiari della signora. Decisivo, come detto, il riferimento al contratto di vitalizio stipulato dalle due donne. In sostanza, l’anziana disponeva dei mezzi economici che la donna avrebbe potuto (e dovuto impiegare) per offrire all’anziana le prestazioni necessarie che da sola non era in grado di garantirsi. Invece, si è appurato che la donna, dopo il primo ricovero della anziana e le conseguenti dimissioni, non le ha iniettato i farmaci e le flebo prescritte medico. (Sentenza 22588 del 9 giugno 2022 della Corte di Cassazione)