Da full-time a part-time il lavoro della donna: ella ha diritto all’assegno divorzile una volta rotto il matrimonio

Palese il sacrificio affrontato dalla donna, d’intesa col marito, e mirato a consentirle di dedicarsi di più alla famiglia

Da full-time a part-time il lavoro della donna: ella ha diritto all’assegno divorzile una volta rotto il matrimonio

Assegno divorzile all’ex moglie che, durante il matrimonio, ha trasformato, d’accordo col marito, il proprio rapporto di lavoro da full time a part time, così da potersi dedicare alla famiglia. Rilevante, comunque, anche la disparità economica esistente tra lei e l’ex marito. Su quest’ultimo punto i giudici osservano che la donna lavora part-time, per l’appunto, e percepisce un reddito annuo di circa 9.000 euro, ed è cointestataria di titoli col figlio, mentre l’uomo è pensionato e percepisce a tale titolo la somma annua lorda di 18.000 euro. I giudici annotano poi che la donna è usufruttuaria per l’intero della cassa coniugale ed è comproprietaria per il 50% di altro immobile di cui l’ex marito – proprietario anche di altri due immobili a titolo di successione ereditaria – è usufruttuario. Tuttavia, vi sono sempre i margini, secondo i giudici, per riconoscere l’assegno divorzile all’ex moglie, poiché ella, all’epoca della vita matrimoniale, aveva deciso, d’accordo col marito, di convertire il rapporto lavorativo a tempo indeterminato in part time, e ciò nell’interesse della famiglia. Questa scelta aveva comportato, spiegano i giudici, un sacrificio economico per l’ex coniuge, che, peraltro, non è dimostrato possa ottenere un ritorno al lavoro a tempo pieno né che possa ricercare altra occupazione più redditizia. (Ordinanza 14583 del 9 maggio 2022 della Corte di Cassazione)

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