Esalazioni e rumori: condannata la società che molesta il privato cittadino
Palese il disagio sofferto dal privato cittadino e dalla sua famiglia a causa della difficile vivibilità della casa

Condannata la società che a causa dell’attività svolta, ossia raccolta, stoccaggio e commercio di carta, cartone, vetro e plastica, ha arrecato disturbo con esalazioni tossiche e con immissioni rumorose non tollerabili a un privato cittadino e ai suoi familiari. Riconosciuta dai giudici la lesione lamentata dal cittadino alla sua vita privata e familiare. Decisiva anche la vicinanza tra il fondo utilizzato dalla società e quello di proprietà del cittadino. Per i giudici è accertato il superamento della normale tollerabilità delle immissioni rumorose, poiché il consulente tecnico d’ufficio ha certificato che il rumore prodotto dalle lavorazioni oscillava tra un minimo di 44 decibel ed un massimo di 51 decibel, mentre il rumore di fondo della zona, caratterizzata da particolare tranquillità, è pari a 37 decibel. Palese poi anche l’effettivo pregiudizio subito dal cittadino in termini di disagi sofferti in dipendenza della difficile vivibilità della casa, visto e considerato che il suo appartamento è posto al primo piano e presenta quattro vani (su cinque) che affacciano direttamente sul piazzale della società. Inoltre, va tenuto presente, secondo i giudici, che i rumori si sentivano anche nei giorni festivi, pure con gli infissi chiusi e persino nelle ore serali. (Ordinanza 11930 del 13 aprile 2022 della Corte di Cassazione)