Figlio trasferito col padre: niente casa familiare alla madre

Fondamentale il fatto che il ragazzo abbia ora un nuovo centro di interessi nella propria vita

Figlio trasferito col padre: niente casa familiare alla madre

Illogico assegnare la casa familiare alla moglie e sostenere tale decisione con l’esigenza di salvaguardare il figlio minore se quest’ultimo, a seguito della separazione dei genitori, si è trasferito con il padre in una località diversa da quella in cui è situato l’immobile adibito a casa familiare. Naturale presumere, difatti, che il centro degli interessi del minore e della sua vita di relazione risulti ora collocato nel suo nuovo luogo di residenza. Non a caso, anche la madre pare propensa a trasferirsi per stargli il più vicino possibile. Di conseguenza, assegnare la casa familiare della coppia alla donna non può certo consentire al minore di conservare le sue vecchie abitudini di vita. Per fare ulteriore chiarezza, infine, i giudici ricordano che il provvedimento di assegnazione della casa familiare deve essere adottato tenendo prioritariamente conto dell’interesse dei figli non autosufficienti a permanere nell’ambiente domestico in cui sono cresciuti, in modo da garantire il mantenimento delle loro consuetudini di vita e delle relazioni sociali che in tale ambiente si sono radicate, mentre non devono essere tenuti presenti interessi di natura solo economica dei coniugi o dei figli. (Ordinanza 40903 del 20 dicembre 2021 della Cassazione)

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