Immobile acquistato dal padre e dato alla figlia neo sposa: l’utilizzo per anni come casa familiare non basta per usucapire la proprietÃ
Respinta la richiesta avanzata dalla donna e mirata a rivendicare la proprietà dell’immobile

Priva di solidità l’azione giudiziaria proposta da una donna per vedere accertato l’acquisto per usucapione, da parte sua, della proprietà di un immobile acquistato dal padre e da lei utilizzato per anni, dopo essersi sposata, come casa familiare, col consenso del genitore. Decisivo, secondo i giudici, il dato di fatto rappresentato dall’origine del rapporto con l’immobile intrattenuto dalla donna, origine risalente all’atto di consenso del padre che è proprietario del bene e lo aveva acquistato proprio per destinarlo a casa familiare della figlia. I giudici spiegano che la presunzione del possesso in capo a colui che esercita un potere di fatto sul bene non opera a favore della donna. Impossibile, quindi, l’usucapione richiesta dalla donna, proprio perché ella ha esercitato la relazione con il bene sulla scorta di un originario atto di disponibilità del proprio genitore. (Ordinanza 17696 del 31 maggio 2022 della Corte di Cassazione)