Respinta la richiesta di ristoro economico avanzata da un uomo nei confronti della consorte
Il dato in sé dell’infedeltà non basta per consentire al coniuge tradito di ottenere un adeguato risarcimento. Nella vicenda in esame a essere stato tradito è il marito che, a seguito della separazione dalla moglie, chiede un ristoro economico per i danni morali arrecatigli dal comportamento della donna. Il riferimento è in particolare al pregiudizio causato alla sua salute, alla sua immagine professionale e pubblica a seguito del tradimento perpetrato dalla moglie. A sostegno di questa tesi, poi, l’uomo mette sul tavolo gli scambi di messaggi tra la consorte e l’amante, alcune perizie psichiatriche riguardanti la sua precaria condizione e le cure mediche somministrategli. Ciò non basta, però, chiariscono i giudici, poiché si è appurato che l’uomo, una volta venuto a conoscenza della relazione extraconiugale della consorte, aveva accolto la notizia con sostanziale indifferenza, si era successivamente allontanato dal casa familiare e aveva sempre parlato di quella relazione come di una amicizia particolare della moglie con un altro uomo. (Ordinanza 35282 del 18 novembre 2021 della Cassazione)