Locale allagato dall’acqua di irrigazione del campo limitrofo: colpevole anche il consorzio

I giudici sottolineano che il singolo consorziato, ossia il proprietario del fondo, era tenuto a chiedere l’autorizzazione al prelievo dell’acqua mentre il consorzio era preposto all’apertura e alla chiusura delle paratie

Locale allagato dall’acqua di irrigazione del campo limitrofo: colpevole anche il consorzio

Locale seminterrato allagato a causa dell’acqua proveniente dall’irrigazione del campo limitrofo. Colpevole, e quindi tenuto a risarcire i proprietari del locale, non solo il proprietario del fondo ma anche il consorzio che ha fornito materialmente l’acqua utilizzata per l’irrigazione. I giudici sottolineano, in questa ottica, che il singolo consorziato, cioè il proprietario del fondo, era tenuto a chiedere l’autorizzazione al prelievo dell’acqua, mentre era il consorzio preposto all’apertura e alla chiusura delle paratie. E quest’ultimo dettaglio è fondamentale, poiché, osservano i giudici, la gestione della pratica di irrogazione delle acque demaniali comportava un onere di vigilanza in capo al consorzio che si aggiungeva, per il tempo di utilizzo, a quello del singolo consorziato durante il turno a lui accordato. Nello specifico, si è appurato che il consorzio aveva provveduto a chiudere le paratie quando l’allagamento si era già verificato, con ciò violando i doveri di vigilanza su di esso gravanti. E, aggiungono i giudici, non può configurarsi il caso fortuito in ragione dell’imprevedibile e colpevole comportamento del consorziato per non aver chiuso il proprio impianto, in quanto già in passato egli aveva posto in essere condotte inadeguate sì da dover allertare in modo particolare il consorzio nell’esercizio dei propri poteri di vigilanza. (Ordinanza 17264 del 27 maggio 2022 della Corte di Cassazione)

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