Loculi occupati indebitamente: possono agire per la liberazione solo i soggetti indicati dal fondatore

Inutile invece l’azione giudiziaria proposta dall’erede del proprietario della cappella funeraria

Loculi occupati indebitamente: possono agire per la liberazione solo i soggetti indicati dal fondatore

In tema di sepolcro gentilizio, la legittimazione ad agire per ottenere la liberazione dei loculi indebitamente occupati da soggetti privi del diritto ad essere lì seppelliti, spetta a coloro ai quali tale diritto sia stato attribuito dal fondatore e non all’erede di quest’ultimo. A promuovere l’azione giudiziaria è un uomo che cita in giudizio una donna, sostenendo di essere proprietario di una cappella funeraria, pervenutagli quale unico erede del padre, il quale aveva provveduto alla relativa costruzione per poi disporre l’assegnazione dei loculi in favore di alcune persone delle quali aveva comunicato il nome (per l’esattezza, il fratello, due nipoti ed i loro due coniugi). Questi ultimi avevano però rinunciato all’assegnazione, con la conseguenza che i loculi erano stati occupati, in via temporanea, dai genitori della donna, in attesa di una diversa sistemazione. La donna non aveva però restituito i loculi e l’uomo ne aveva domandato il rilascio, in quanto nel manufatto avevano diritto a trovare dimora, a suo dire, solo le salme di persone appartenenti alla sua famiglia. L’azione dell’uomo è però priva di fondamento, poiché solo i beneficiari del diritto ad essere seppelliti nei loculi avrebbero potuto lamentarsi per l’occupazione delle tombe. (Ordinanza 4469 dell’11 febbraio 2022 della Cassazione)

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