Logico per il “senzatetto” portar con sé un coltellino multiuso

Cade l’accusa di possesso ingiustificato di strumento atto ad aprire o forzare serrature

Logico per il “senzatetto” portar con sé un coltellino multiuso

Lecito per il soggetto privo di fissa dimora andare in giro portando con sé un coltellino multiuso. Proprio la condizione di “senzatetto” e la conseguente indisponibilità di uno spazio dove poter conservare l’oggetto consentono, secondo i giudici, di far cadere l’accusa di possesso ingiustificato di strumento atto ad aprire o forzare serrature. Ricostruito nei dettagli l’episodio, non vi sono dubbi sulla condotta tenuta dall’uomo, che è stato fermato e colto nel possesso di un coltellino multiuso mentre si trovava, di mattino, in attesa ad una fermata del servizio pubblico di trasporto. Per i giudici di merito è sacrosanta la condanna. Di avviso opposto, invece, sono i giudici della Cassazione, i quali fanno riferimento soprattutto alla precaria condizione dell’uomo sotto processo, risultato essere soggetto privo di fissa dimora. In sostanza, la scelta dell’uomo di tenere con sé il coltellino multiuso va considerata come assolutamente comprensibile, secondo i magistrati, soprattutto tenendo presente la sua condizione personale di soggetto privo di fissa dimora. Difatti, la detenzione del coltellino multiuso era mirata, secondo i giudici, a soddisfare esigenze della vita quotidiana ed era frutto anche della necessità di portarsi dietro quello strumento, in mancanza di un luogo fisico stabilmente destinato alla propria abitazione. (Sentenza 4436 dell’8 febbraio 2022 della Cassazione)

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