Niente addebito della separazione alla moglie che va via di casa: decisione frutto della tensione col marito e della reciproca disaffezione

Impossibile, checché ne dica l’uomo, ritenere la donna colpevole per l’irreversibile crisi coniugale

Niente addebito della separazione alla moglie che va via di casa: decisione frutto della tensione col marito e della reciproca disaffezione

Impossibile addebitare la separazione al coniuge che decide di andare di via di casa, a patto, però, che questa scelta sia conseguenza di un contesto familiare ormai irrecuperabile poiché caratterizzato da tensioni continue e dall’evidente disaffezione fra moglie e marito. Nella vicenda presa in esame, è la donna a essere posta sotto osservazione dai giudici. Questi ultimi, però, ritengono che la decisione da lei presa di abbandonare la casa coniugale sia catalogabile come l’inevitabile esito di una crisi familiare in atto da tempo. Inutili le obiezioni proposte dall’uomo, obiezioni mirate a sottolineare il peso specifico della condotta tenuta dalla moglie, così grave, a suo dire, da avere provocato la loro irreversibile crisi familiare. Per i giudici la acclarata fuga della donna non è catalogabile come la causa principale della rottura coniugale. Ciò perché sono emerse durante il procedimento alcune circostanze idonee a dimostrare che l’interruzione della convivenza aveva rappresentato in realtà l’esito di una crisi familiare in atto già da tempo. (Ordinanza 3426 del 3 febbraio 2022 della Cassazione)

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