Niente collaudo per la casa: condannati i proprietari che consentono alla sorella di utilizzare l’immobile
Decisivo il riferimento ad alcune opere realizzate all’interno dell’appartamento

Condanna sacrosanta per i proprietari dell’immobile utilizzato dalla sorella pur mancando il certificato di collaudo. Confermata la pena che prevede non solo 1.000 di ammenda a testa, ma anche il risarcimento con una provvisionale pari a 5.000 euro del danno patito dalla familiare costituitasi parte civile. Respinte tutte le obiezioni proposte dai proprietari della casa. Ciò che conta, secondo i giudici, è invece il fatto acclarato che all’interno dell’appartamento erano state realizzate delle opere che avrebbero necessitato sia del certificato di collaudo che del collaudo sismico, anche tenendo presente che la sorella dei proprietari risultava residente col consenso dei fratelli presso quell’immobile, in cui, peraltro, erano presenti arredi, tavoli accatastati e letti mezzi rifatti. In sostanza, è emerso che il collaudo non era stato mai rilasciato, e, aggiungono i giudici, esso non poteva essere sostituito dal rilascio dei titoli abilitativi, che nulla hanno a che vedere con il collaudo, il quale, con riferimento alle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica persegue la finalità di accertare la sicurezza di dette opere, così da non compromettere la pubblica incolumità. (Sentenza 5307 del 15 febbraio 2022 della Cassazione)