Niente risarcimento se l’automobilista non fornisce prove concrete sul nesso tra l’incidente subito e la buca presente sulla strada

Inutile l’azione giudiziaria rivolta contro l’Anas. Rilevante anche la condotta incauta del conducente

Niente risarcimento se l’automobilista non fornisce prove concrete sul nesso tra l’incidente subito e la buca presente sulla strada

Niente risarcimento per l’automobilista che pone sotto accusa l’Anas per l’incidente subito, e, a suo dire, provocato da un difetto di manutenzione del fondo stradale, ma non fornisce prove decisive sul nesso tra la buca presente sull’asfalto e la perdita di controllo del veicolo. A inchiodare il conducente, poi, anche la constatazione che il sinistro ha avuto verosimilmente luogo a causa di una condotta di guida incauta poiché non adeguata alle condizioni meteorologiche e a quelle precarie della sede stradale. L’automobilista ha sottolineato la presenza di una pozza d’acqua di notevoli dimensioni sulla carreggiata della strada, pozza non agevolmente visibile né evitabile e che non trovava la sua origine in un fenomeno meteorologico di carattere eccezionale, ma nell’avvenuta otturazione dei tombini destinati al deflusso dell’acqua piovana per omessa manutenzione e controllo di un manufatto costituente parte della struttura autostradale, e ha collegato alla pozza d’acqua l’evento dannoso, costituito dalla perdita di controllo del proprio autoveicolo. I giudici ribattono che va esclusa la responsabilità dell’Anas per la mancata prova del nesso tra la buca presente sulla strada e l’evento dannoso. Su questo punto, difatti, non sono state sufficientemente provate le circostanze di fatto allegate dall’automobilista in relazione alla dinamica dell’incidente, mentre è emerso che l’incidente ha avuto verosimilmente luogo a causa di una condotta di guida incauta e non adeguata alle condizioni metereologiche e della sede stradale. (Ordinanza 6925 del 2 marzo 2022 della Cassazione)

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