Obbligata a dare denaro al figlio: sacrosanto parlare di estorsione
Condanna definitiva per l’uomo. Evidenti le vessazioni subite dalla madre

Chiedere denaro ai genitori è possibile. Saper accettare è un rifiuto. Mentre insistere con le pretese economiche, accompagnandole con gesti e parole inaccettabili, vale una condanna per estorsione. Esemplare, in questo senso, la sanzione ricevuta da un uomo, reo di avere pressato la madre con continue assillanti richieste di denaro, richieste accompagnate anche da violenze fisiche e verbali. A inchiodarlo sono state le dichiarazioni della madre e di una zia. Quei racconti hanno consentito difatti di appurare l’esistenza di una condotta duratura nel tempo, da parte dell’uomo, condotta caratterizzata dalla abitualità delle offese e dalle disposizioni patrimoniali cui la madre era costretta in ragione delle violenze e delle minacce subite. Sacrosanto, quindi, addebitare all’uomo il reato di estorsione, proprio tenendo presente la condotta vessatoria subita dalla madre, che per paura accettava di dare continuamente soldi al figlio. (Sentenza 46386 del 17 dicembre 2021 della Cassazione)