Padre violento e madre vittima ma incapace di reagire: adozione come unica via per tutelare il figlio
Sacrosanta l’adottabilità del minore. Respinta l’ipotesi dell’adozione mite, visti i comportamenti di entrambi i genitori

Adozione come unica possibilità di salvezza per il bambino vittima di una situazione familiare caratterizzata dai maltrattamenti del padre nei confronti della madre. Colpevole, però, secondo i giudici, anche la donna, che non ha tutelato il figlioletto, prima posticipando immotivatamente la decisione di chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e poi decidendo di ritornare col marito nonostante i soprusi subiti. Evidente l’inidoneità genitoriale dell’uomo e della donna. Evidente anche, secondo i giudici, come non vi siano altre percorribili oltre a quella dell’adozione per salvaguardare il bambino e per rispondere alla sua esigenza di stabilità affettiva. A questo proposito, i giudici sottolineano che il minore è stato deprivato di sicure figure di riferimento e ciò rende non percorribili la strada dell’affidamento temporaneo a terzi e quella della cosiddetta adozione mite, anche perché il mantenimento di qualsiasi contatto con i due genitori o con uno solo di essi, in presenza dei comportamenti gravi di entrambi, è completamente disfunzionale al superiore interesse del bambino. (Sentenza 3546 del 4 febbraio 2022 della Cassazione)