Polemiche in famiglia per le operazioni sul conto intestato a figlia e padre: nessuna colpa della banca

Decisivo il fatto che la donna non abbia mai provato la falsità delle firme da lei apparentemente apposte per l’apertura del conto e per il successivo compimento di atti di disposizione

Polemiche in famiglia per le operazioni sul conto intestato a figlia e padre: nessuna colpa della banca

Inutile, quindi, nella vicenda presa in esame, l’azione giudiziaria proposta da una donna che ha chiamato in causa un istituto di credito, sostenendo che quest’ultimo aveva consentito al padre di aprire un conto deposito titoli a nome della figlia e di compiervi operazioni da lei però mai autorizzate. Secondo la donna è grave il comportamento tenuto dalla banca, poiché ella, al momento dell’apertura della successione del padre, era stata accusata dalla madre e dalle sorelle di essersi appropriata di ingenti somme di denaro, sottratte all’asse ereditario, e queste accuse, legate ai movimenti del conto deposito titoli, avevano incrinato i rapporti familiari e avevano determinato in lei uno stato di prostrazione esitato in una malattia. Per i giudici, però, è impossibile ritenere responsabile l’istituto di credito e condannarlo al risarcire i danni  -patrimoniali e non patrimoniali – lamentati dalla donna, la quale ha la colpa di non avere provato la falsità delle firme da lei apparentemente apposte per l’apertura del conto e per il successivo compimento di atti di disposizione. (Ordinanza 18276 del 7 giugno 2022 della Corte di Cassazione)

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