Rapina ai danni di una persona con più di 65 anni: pena più severa per il rapinatore

Va riconosciuta l’aggravante prevista in caso di consumazione del reato nei confronti di persona vulnerabile

Rapina ai danni di una persona con più di 65 anni: pena più severa per il rapinatore

Pena più severa per il rapinatore che sceglie accuratamente la propria preda, prendendo di mira una persona anziana, con oltre 65 anni di età. Condanna definitiva, nella vicenda in esame, per un uomo ritenuto colpevole di rapina ai danni di un altro uomo, classe 1942, rapina consistita nel sottrargli un borsello. I giudici chiariscono che per riconoscere l’aggravante prevista in caso di condotta consumata nei confronti di vittima ultrasessantacinquenne è sufficiente che la soglia di età sia superata da una delle possibili plurime vittime della rapina. Peraltro, la vittima della sottrazione può essere diversa da quella che patisce la violenza: entrambe le vittime godono dei diritti processuali riservati alla persona offesa ed entrambe concorrono a qualificare il reato sotto il profilo circostanziale, ove ne ricorrano gli estremi. Pertanto, per ritenere integrata l’aggravante della consumazione del reato nei confronti di persona vulnerabile, perché ultrasessantacinquenne, è sufficiente che abbia superato la soglia di età una delle vittime (in ipotesi plurime) della condotta illecita. (Sentenza 22464 del 9 giugno 2022 della Corte di Cassazione)

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