Selfie compromettenti inviati da alcune ragazzine a un finto agente di modelle: è pornografia minorile
L’uomo ha istigato o indotto le ragazzine a realizzare le foto. Evidente l’utilizzazione delle minorenni

Finto agente di modelle si fa inviare selfie compromettenti da alcune ragazzine: condannato per pornografia minorile. Evidente la responsabilità penale dell’uomo, che ha creato falsi profili su Facebook e li ha utilizzati per spacciarsi come agente di modelle e contattare così alcune ragazzine per convincerle a inviargli le foto. Irrilevante la mancanza di prove sul pericolo di diffusione del materiale raccolto dall’uomo. Decisivi i racconti forniti dalle ragazze. Queste ultime hanno spiegato di avere ricevuto richieste di foto, dietro compenso di denaro, da agenzie di modelle, agenzie in realtà assolutamente inesistenti e presenti on line solo grazie ai profili falsi creati dall’uomo e da lui impiegati per la richiesta. I giudici precisano che le foto incriminate, anche se non prodotte dall’uomo, sono state da lui conseguite con l’inganno. Legittima, quindi, la condanna per pornografia minorile, poiché l’uomo, pur non realizzando materialmente la produzione di materiale pedopornografico, ha istigato o indotto le minorenni a realizzare quelle foto osé. Per i giudici tali condotte costituiscono una forma di manifestazione dell’utilizzazione del minore. (Sentenza 20552 del 26 maggio 2022 della Corte di Cassazione)