La condotta del legale ha sì i caratteri di un illecito comune va è comunque idonea a compromettere il rapporto col cliente
Legittima la sanzione per il legale che bluffa col cliente sula avvenuta conclusione di una transazione con una società e poi, con l’offerta di anticipare la somma oggetto di risarcimento, gli consegna due propri assegni bancari, risultati poi inesigibili per mancanza di fondi. Confermata in Cassazione la sospensione per dieci mesi dall’esercizio della professione forense. I magistrati sottolineano che nella materia disciplinare forense non è prevista una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, ma solo l’enunciazione dei doveri fondamentali dell’avvocato, tra cui quello di esercitare la professione forense con indipendenza, lealtà, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza. E in questa ottica è legittimo affermare che l’inadempimento derivante dall’emissione di assegni privi di copertura, pur avendo i caratteri di un illecito comune, è da ricondurre nell’alveo disciplinare, poiché idoneo per modalità e gravità a compromettere il rapporto di fiducia con il difensore per la stretta connessione con l’assolvimento dei propri doveri professionali. (Sentenza 37550 del 30 novembre 2021 della Cassazione)