Sprofonda in una buca, cade e si fa male: avrebbe dovuto essere più prudente
Impossibile, secondo i giudici, porre sotto accusa il Comune, poiché l’evidente dissesto e l’illuminazione artificiale rendevano visibile il pericolo

Niente risarcimento da parte del Comune per la persona caduta a causa di una buca contigua a un tombino sprofondato. Nonostante le precarie condizioni del tratto di strada, a salvare l’ente locale è la constatazione che il potenziale pericolo era facilmente avvistabile e, quindi, evitabile. Nella vicenda presa in esame dai giudici un uomo racconta di essere sprofondato, mentre camminava, in un tombino collocato nei paraggi di una moschea di Roma. Il fatto, verificatosi una sera d’agosto, gli ha causato serie lesioni, logica conseguenza della caduta. Consequenziale è la sua azione giudiziaria per ottenere la condanna del Comune a risarcirgli i danni subiti a causa del capitombolo. Per i giudici, però, il carattere consistente del dissesto e la presenza di efficiente illuminazione artificiale consentono di ritenere che l’uomo avrebbe dovuto percepire la presenza della sconnessione. Ciò significa che la caduta si sarebbe potuta evitare mediante l’adozione di comuni regole comportamentali, cioè col ricorso all’ordinaria diligenza durante la passeggiata. (Ordinanza 10764 del 4 aprile 2022 della Corte di Cassazione)