Suicidio assistito: il GIP di Firenze chiede la valutazione della Consulta
Nel caso in esame due persone sono indagate per aver aiutato un uomo a raggiungere una clinica dove si è suicidato

La vittima soffriva di sclerosi multipla avanzata e aveva deciso di porre fine alla propria vita autonomamente. L'uomo si è avvalso dell'assistenza di un'associazione che supporta i pazienti interessati al suicidio assistito all'estero.
I due imputati in questione hanno organizzato e finanziato il trasporto dell'uomo alla clinica, dove sono stati effettuati vari controlli medici per verificare la sua idoneità alla procedura di suicidio assistito. Alla fine, l'uomo ha assunto un farmaco letale di propria volontà e ha perso la vita di fronte a familiari e alle due persone coinvolte.
La controversia in oggetto si concentra sul fatto che, secondo il GIP, le due persone coinvolte possono essere perseguite per aiuto al suicidio, nonostante la richiesta della Procura di archiviare il caso. Si discute se il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale sia stato soddisfatto nella situazione specifica dell'uomo deceduto.
Il GIP ha sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale dell'art. 580 c.p., che impone restrizioni sull'aiuto al suicidio in base alla dipendenza da trattamenti di sostegno vitale. Afferma che tale requisito potrebbe violare diversi principi costituzionali, come l'uguaglianza di trattamento, la dignità umana e i diritti fondamentali del paziente.
La richiesta è stata avanzata alla Corte Costituzionale affinché valuti la legittimità delle disposizioni attuali in relazione alla situazione specifica, sollevando questioni di incompatibilità con principi costituzionali e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Si chiede un'ulteriore revisione delle normative per garantire una maggiore coerenza e rispetto dei diritti fondamentali degli individui coinvolti in situazioni di suicidio assistito (Trib. Firenze, GIP, ord., 17 gennaio 2024, n. 32).