Telefonate a raffica a una donna: condannato per molestie
Irrilevante il fatto che la donna abbia volutamente ignorato le chiamate e abbia evitato di rispondere

Pessima idea, senza dubbio, quella di tempestare di telefonate una donna. Condotta non solo censurabile ma anche sanzionabile penalmente come molestie in piena regola. Irrilevante, chiariscono i giudici, il fatto che la persona offesa abbia volutamente ignorato le continue chiamate ricevute sullo smartphone e abbia scientemente deciso di non rispondere. Inutile, chiariscono i giudici con riferimento al caso preso in esame, sottolineare che dai tabulati telefonici emerge che le indicazioni di contatto tra le utenze telefoniche non corrispondono ad effettive conversazioni tra l’uomo e la donna. A contare, invece, sono le numerose telefonate indirizzate dall’uomo alla donna, come riscontrate dai tabulati telefonici, mentre, precisano i giudici, il fatto che parte di tali contatti non abbia prodotto effettive conversazioni non elide la molestia arrecata dall’uomo alla donna mediante l’uso del telefono, molestia certifica anche dalla scelta della donna di non rispondere alle numerose chiamate. Palese, quindi, come la condotta tenuta dall’uomo sia stata invasiva della sfera privata della donna. (Sentenza 23186 del 14 giugno 2022 della Corte di Cassazione)