Tensione con la convivente, viola gli arresti domiciliari e si presenta in caserma: condotta non punibile

Ridimensionata dai giudici la condotta tenuta dall’uomo. Respinta, in sostanza, la sua richiesta di tornare in carcere

Tensione con la convivente, viola gli arresti domiciliari e si presenta in caserma: condotta non punibile

Evasione dagli arresti domiciliari non punibile se, una volta abbandonato il domicilio, la persona si presenta in breve tempo alle forze dell’ordine, chiedendo, per giunta, di essere riportata in carcere, così da fuggire dal rapporto conflittuale con la convivente. Applicando questa visione, i giudici hanno beffato e costretto ancora agli arresti domiciliari un uomo che era scappato da casa a causa della tensione con la convivente e prontamente, in appena un’ora, si era recato presso la caserma dei Carabinieri per chiedere espressamente di tornare in carcere. Il legale dell’uomo ha sottolineato proprio i dettagli della condotta tenuta dal suo cliente, precisando che egli, esasperato dal conflitti con la convivente, si era allontanato sì da casa, violando gli arresti domiciliari, ma si era recato immediatamente in caserma, chiedendo di essere accompagnato in carcere. Questo quadro è stato confermato dalla informativa di polizia giudiziaria. Da tale documentazione è emerso che l’allontanamento dell’uomo dalla casa e la sua successiva costituzione presso la caserma dei Carabinieri si erano succedute in un limitatissimo arco temporale, contenuto in poco più di un’ora. (Sentenza 3914 del 3 febbraio 2022 della Cassazione)

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