Viene colpito con una sbarra di ferro e reagisce staccando un pezzo d’orecchio all’aggressore: non è legittima difesa
Confermata la condanna dell’uomo per avere arrecato lesioni personali e una deformazione del viso alla persona che in prima battuta l’aveva aggredito

Impossibile catalogare come legittima difesa la reazione violenta di un uomo che, dopo essere stato colpito alla testa con una sbarra di ferro, prende a morsi l’aggressore e gli strappa un pezzo d’orecchio. Inevitabile la condanna. Respinta la tesi difensiva secondo cui l’azione cruenta era l’unica via di uscita di fronte all’aggressione. Per i giudici è invece evidente che la reazione avrebbe potuto concretizzarsi in modo molto meno violento. Decisivi i dettagli del brutale episodio, ossia prima l’aggressione violenta e poi la reazione concretizzatasi in particolare in un morso ai danni dell’aggressore. Per i giudici, difatti, l’uomo che si è difeso a morsi va ora condannato per avere cagionato lesioni personali alla persona che l’aveva precedentemente aggredito, e, in particolare, di averle procurato con un morso all’orecchio la rimozione in toto della parte superiore del padiglione auricolare sinistro, con esposizione della cartilagine e conseguente deformazione del viso. (Sentenza 4857 del 10 febbraio 2022 della Cassazione)