Acqua piovana sulla scala, niente risarcimento per la caduta

I giudici sostengono che la persona danneggiata sarebbe potuta scendere senza rischi osservando le dovute cautele

Acqua piovana sulla scala, niente risarcimento per la caduta

Niente risarcimento per la persona che, recatasi in un’agenzia assicurativa, è caduta a causa dell’acqua piovana presente sulla scala sita all’esterno del locale. Questa decisione è frutto dell’applicazione del principio secondo cui quanto più la situazione di possibile danno è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l’adozione, da parte del danneggiato, delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più rilevante deve considerarsi l’efficienza causale del comportamento imprudente del medesimo danneggiato nel dinamismo causale del danno, fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso, quando sia da escludere che lo stesso comportamento costituisca un’evenienza ragionevole o accettabile secondo un criterio probabilistico di regolarità causale, connotandosi, invece, per l’esclusiva efficienza causale nella produzione del sinistro. Nel caso preso in esame dai giudici è emerso, anche sulla base di alcune fotografie, che la scala, composta di tre soli gradini, era bagnata a causa della pioggia, e che i gradini avevano dimensioni regolari, e che non era presente il corrimano e che le strisce antisdrucciolo erano presenti sull’ultimo gradino e parzialmente anche sullo scalino superiore. Allo stesso tempo, però, la scala non era sporca né consumata e i gradini erano in buono stato. In sostanza, la scala non può ritenersi intrinsecamente pericolosa e quindi, concludono i giudici, la persona danneggiata avrebbe potuto scendere senza rischi osservando le dovute cautele. Tirando le somme, la caduta è da ricondurre, in ultima analisi, alla condotta della persona danneggiata che non aveva visto dove metteva i piedi nello scendere la scala. (Ordinanza 27445 del 20 settembre 2022 della Corte di Cassazione)

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