Aggressiva in classe ma convinta di agire per il bene degli allievi: maestra comunque condannata
Irrilevante il fatto che alla maestra siano state riconosciute le attenuanti generiche proprio perché ella era intimamente convinta di operare nell’interesse degli alunni

Aggressiva in classe ma convinta di agire nell’interesse degli allievi: maestra condannata comunque per maltrattamenti. Impossibile ridimensionare i fatti e catalogarli come mero abuso dei mezzi di correzione, precisano i giudici, i quali aggiungono che, in questa ottica, è irrilevante il fatto che alla maestra siano state riconosciute le attenuanti generiche proprio perché ella era intimamente convinta di operare nell’interesse degli alunni. In sostanza, il convincimento interiore della maestra non può ridimensionare l’accusa di maltrattamenti e tramutarla in quella di abuso dei mezzi di correzione. Però la sua ‘buonafede’, abbinata alla oggettiva difficoltà nella gestione del gruppo di allievi, può consentirle di ottenere una pena meno severa. I giudici sottolineano la condotta maltrattante tenuta dalla donna ai danni dei minori affidati al suo compito educativo. Nello specifico è risultato accertato l’utilizzo di aggressività fisica, oltre che verbale – quest’ultima manifestata con epiteti ingiuriosi gravi, anche di matrice razzista, e volgari –, ritenuta incompatibile con la finalità educativa ipotizzata dalla difesa della maestra, e peraltro risultata abituale in relazione alla frequenza di determinati episodi nell’arco temporale preso in esame. Impossibile, quindi, mettere in discussione il reato di maltrattamenti addebitato alla donna. E questa valutazione, aggiungono poi i giudici, non va in conflitto col riconoscimento delle attenuanti generiche, riconoscimento frutto della valorizzazione del convincimento interiore della maestra di agire nell’interesse dei minori, in uno alle obiettive difficoltà di gestione del gruppo di alunni. (Sentenza 43434 del 15 novembre 2022 della Corte di Cassazione)