Assaltato un gazebo destinato alla raccolta di firme per un referendum popolare: legittimo parlare di attentato contro i diritti politici del cittadino

Palese la lesione a un importante diritto politico del cittadino, cioè quello di partecipare, attraverso la propria libera sottoscrizione, a proporre un referendum

Assaltato un gazebo destinato alla raccolta di firme per un referendum popolare: legittimo parlare di attentato contro i diritti politici del cittadino

Assalto al gazebo dove si raccolgono firme per un referendum popolare: è attentato contro i diritti politici del cittadino. Ecco spiegata la condanna definitiva a sei mesi di reclusione a testa per due esponenti di un centro sociale colpevoli di avere preso d’assalto nel centro di Brescia un gazebo allestito da alcuni attivisti della ‘Lega Nord’ per raccogliere firme a sostegno di un referendum per l’abrogazione della legge Merlin. Irrilevante, innanzitutto, la durata dell’azione violenta, chiariscono i giudici, e impossibile, poi, accettare la tesi difensiva mirata a sostenere una presunta motivazione politica alla base del blitz compiuto dagli esponenti del centro sociale. Per i giudici non ci sono dubbi: è evidente come sia stato leso il diritto politico del cittadino a contribuire con la propria firma a proporre un referendum. Ciò perché diritti politici vanno sicuramente considerati il diritto all’elettorato (attivo e passivo), il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, il diritto di rivolgere petizioni alle Camere, il diritto di esercizio dell’iniziativa legislativa, il diritto di referendum, ma, aggiungono i giudici, diritto politico è anche quello del cittadino di partecipare, attraverso la propria libera sottoscrizione, a proporre un referendum. (Sentenza 42512 del 9 novembre 2022 della Corte di Cassazione)

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