Cade dal motociclo, finisce col corpo nell’altra semicarreggiata, viene investito da un’auto e ucciso: niente risarcimento per i familiari

Decisivi due dettagli: l’errore compiuto dal motociclista e la condotta prudente dell’automobilista

Cade dal motociclo, finisce col corpo nell’altra semicarreggiata, viene investito da un’auto e ucciso: niente risarcimento per i familiari

Niente risarcimento per i familiari del motociclista che ha perso il controllo del mezzo, è finito a terra, ha invaso col corpo la semicarreggiata destinata ai veicoli provenienti in senso contrario ed è stato investito ed ucciso da un’automobile. Decisivi, secondo i giudici, due dettagli: l’errore fatale compiuto dal motociclista poi deceduto e la condotta prudente tenuta dal conducente della vettura. In premessa, i giudici richiamano un consolidato principio secondo cui in tema di responsabilità derivante da circolazione stradale, nel caso di scontro tra veicoli, ove sia accertata la colpa di uno dei conducenti, non è possibile, per ciò solo, ritenere superata la presunzione posta a carico anche dell’altro conducente, essendo invece necessario verificare in concreto se quest’ultimo abbia o meno tenuto una condotta di guida corretta. Prendendo in esame il caso loro sottoposto, i giudici, ribadito il dato incontestato dell’avvenuta invasione, da parte del corpo del motociclista (caduto in terra dopo aver autonomamente perduto il controllo del proprio mezzo), della semicarreggiata destinata ai veicoli provenienti in senso contrario, hanno sottolineato come, sulla base degli elementi istruttori complessivamente acquisiti, non sia ravvisabile alcun elemento di rimproverabilità colposa a carico dell’automobilista, avendo egli adottato, in occasione del sinistro, tutti gli accorgimenti possibili secondo le regole della prudenza e della perizia ex ante, come testimoniato, ad esempio, dai tempi di reazione avuti rispetto alla percezione del pericolo causato dalla caduta del conducente del motociclo. (Sentenza 2005 del 23 gennaio 2023 della Corte di Cassazione)

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