Cade nell’androne del palazzo: il verbale di Pronto Soccorso gli costa il risarcimento
Decisivo il fatto che la persona danneggiata abbia dichiarato al medico di essere caduta accidentalmente

Niente risarcimento per la persona finita a terra mentre camminava nell’androne – sul cui pavimento era stata passata da poco la cera – dello stabile in cui ha la propria casa. Fatale l’avere dichiarato al medico del Pronto Soccorso di essere caduto in modo accidentale nell’androne del condominio. Per i giudici, chiamati a prendere in esame il caso, proprio dal verbale del Pronto Soccorso, prodotto in giudizio dalla persona danneggiata, è possibile ricavare che quest’ultima abbia riferito di una caduta accidentale, così portando ad escludere ogni possibile responsabilità di terzi, a cominciare da quella ipotizzata a carico del condominio. I giudici sottolineano che il certificato di Pronto Soccorso è un atto pubblico facente piena prova, fino a querela di falso, sia della provenienza del documento da parte del pubblico ufficiale che lo ha materialmente redatto, sia delle dichiarazioni in esso riportate e rilasciate dalla vittima dell’incidente. In sostanza, a fronte della caduta verificatosi nell’androne del palazzo, il verbale di Pronto Soccorso fa piena prova, a maggior ragione, poi, se non vi sono ulteriori elementi probatori a disposizione, come, ad esempio, le dichiarazioni di un teste, e il contenuto di tale documento può essere letto anche a sfavore della persona danneggiata. (Sentenza del 2 agosto 2022 del Tribunale di Torre Annunziata)