Capitombolo in ospedale: niente risarcimento se la chiazza traditrice presente sul pavimento era evitabile

Inutile l’istanza risarcitoria presentata da una donna. A inchiodarla è stata la testimonianza della figlia

Capitombolo in ospedale: niente risarcimento se la chiazza traditrice presente sul pavimento era evitabile

Nessun addebito a carico della struttura ospedaliera se la persona vittima di un capitombolo avrebbe potuto tranquillamente rendersi conto della chiazza viscida presente sul pavimento che l’ha fatta finire a terra. Inutile l’istanza risarcitoria presentata da una donna e mirata ad ottenere un adeguato ristoro economico per ii danni subiti a seguito di una caduta avvenuta all’interno di una struttura ospedaliera, allorché, unitamente alla figlia, aveva accompagnato il marito per una visita medica. A tradire la donna è l’esame testimoniale della figlia. I giudici sottolineano difatti che la deposizione della teste oculare — la quale aveva comunque confermato come la madre fosse caduta su una chiazza unta e viscida, di colore beige, presente sul pavimento del reparto di Chirurgia plastica del nosocomio — ha consentito di riscontrare notevoli anomalie. Di conseguenza, è logico ritenere che il comportamento tenuto dalla persona danneggiata – la quale poteva avvedersi della chiazza sul pavimento e quindi agevolmente evitarla – sia catalogato come idoneo a interrompere il nesso eziologico tra la causa del danno patito e il danno stesso, escludendo così l’ipotizzata responsabilità a carico della struttura ospedaliera. (Ordinanza 32788 dell’8 novembre 2022 della Corte di Cassazione)

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