Casa privata in zona industriale: niente risarcimento per i fastidi provocati da un vicino cementificio
Nella valutazione della tollerabilità delle immissioni è imprescindibile tener conto di un contesto assai peculiare, costituito da un'area destinata esclusivamente ad attività produttive artigianali ed industriali

Casa privata in una zona industriale: serve maggiore tolleranza, da parte del proprietario, per i fastidi provocati dai vicini opifici. Respinte, nel caso specifico, le lamentele di una coppia che ha posizionato la propria abitazione, sfruttando un immobile destinato in origine ad ospitare un’attività produttiva, a poca distanza da un cementificio. Scenario della vicenda è la provincia di Chieti. Sotto accusa finisce un cementificio, a causa di rumori, immissioni, esalazioni e scuotimenti ai danni di una casa privata posizionata a poca distanza dallo stabilimento. Per i giudici l’istanza presentata dai proprietari della casa e mirata ad ottenere una condanna del cementificio, con annesso risarcimento, è priva di fondamento. Ciò soprattutto tenendo presente il contesto, ossia una zona industriale ove la casa è stata collocata partendo da un immobile destinato anch’esso, in origine, ad ospitare una attività produttiva. In sostanza, nella valutazione della tollerabilità delle immissioni è imprescindibile tener conto di un particolare contesto, costituito da un'area destinata esclusivamente ad attività produttive artigianali ed industriali, come risulta dall'attestazione dell'Ufficio Tecnico Comunale. Di conseguenza, se la zona ha una vocazione esclusivamente produttiva e in essa, a poca distanza dal cementificio, l'immobile, anch'esso a vocazione originariamente produttiva, viene adibito ad uso abitazione, allora il limite della tollerabilità a fronte di immissioni moleste è inevitabilmente diverso e senz'altro maggiore di quello proprio di una zona residenziale, precisano i giudici. (Ordinanza 18087 del 23 giugno 2023 della Cassazione)