Cellulare usato e risultato rubato comprato a prezzo scontato: impossibile parlare di ricettazione

Impossibile parlare di ricettazione solo perché lo smartphone usato - risultato rubato - è stato comprato a un prezzo scontatissimo, ossia 250 euro, a fronte dei 600 euro previsti da listino per l’acquisto del prodotto nuovo.

Cellulare usato e risultato rubato comprato a prezzo scontato: impossibile parlare di ricettazione

Scenario della vicenda è la provincia bolognese. Sotto processo è un uomo, finito nei guai per l’acquisto di uno smartphone usato poi risultato rubato. Secondo i giudici di merito il quadro probatorio è chiaro e, infatti, sia in primo che in appello sanciscono la condanna dell’uomo per ricettazione del telefono cellulare provento di rapina. L’uomo veniva condannato, quindi, alla pena di mesi sedici di reclusione ed euro 400 di multa. Nel ricorso per cassazione l’avvocato del ricorrente mette in dubbio l’elemento soggettivo del dolo così come ricostruito nel giudizio di appello. Secondo il legale il cliente avrebbe solo acquistato il telefono cellulare a un prezzo decisamente al di sotto di quello di mercato (euro 250 anziché euro 600) e che per una persona di media avvedutezza tale esborso inferiore alla metà del suo valore non potrebbe provocare dubbi sulla provenienza lecita o meno del bene.

Nell’esaminare il ricorso i Giudici di cassazione ricordano che perché sia integrato il reato di ricettazione occorre che venga provata la consapevolezza della provenienza illecita del bene ricevuto. Tale prova può essere desunta da qualsiasi elemento anche dall’omessa o inattendibile spiegazione sul possesso del bene rinvenuto da parte del soggetto. Non solo, ma i Giudici chiariscono che il reato di ricettazione è punibile anche a titolo di dolo eventuale che si configura in presenza della rappresentazione da parte del soggetto della concreta possibilità della provenienza della cosa da delitto e della relativa accettazione del rischio. Nel caso di specie la prova della consapevolezza della provenienza delittuosa dello smartphone è stata desunta, sia in Tribunale che in Appello, da circostanze non idonee. Nello specifico i giudici del merito hanno dedotto la prova della consapevolezza illecita del telefono dalla mancanza del caricabatterie e della confezione originale. Quindi le circostanze che dimostrano la consapevolezza dell’uomo sulla provenienza da delitto del telefono non sono state acquisite né sarebbero valutabili, per cui non è integrato l’elemento soggettivo della ricettazione. L’uomo, quindi, viene assolto. (Cass. pen., sez. II, ud. 14 dicembre 2023 (dep. 19 gennaio 2024), n. 2339)

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