Chiede mille euro in contanti al prete: fatto non punibile

A salvare la persona indigente che ha chiesto denaro al sacerdote è il fatto che si sia trattato di un episodio singolo, slegato da precedenti richieste di elemosina

Chiede mille euro in contanti al prete: fatto non punibile

Comprensibili le richieste di elemosina avanzate dalla persona indigente. Inaccettabile, invece, che in un’occasione ella arrivi addirittura a pretendere la consegna di ben 1.000 euro in contanti. Quest’ultimo episodio è catalogabile come molestia in piena regola, ma è comunque possibile ritenerlo non punibile se esso è slegato dalle precedenti richieste di elemosina. Salva, nella vicenda oggetto del processo, una donna finita sotto accusa per le ripetute richiese di denaro avanzate nei confronti di un sacerdote. Quest’ultimo ha quasi sempre risposto positivamente, per spirito di carità, alle richieste di danaro, ma quando la donna ha preteso la consegna di 1.000 euro in un’unica soluzione, egli ha perduto la pazienza e ha richiesto l’intervento dei carabinieri, conseguente procedimento penale a carico della donna, accusata del reato di molestie. Per i giudici, però, l’episodio non è sufficiente per una condanna, poiché la condotta tenuta dalla donna non è grave, essendo collocata in unico contesto spazio-temporale ed essendo occasionale. In sostanza, l’ipotizzato reato di molestia è stato collegato non alla protrazione nel tempo delle pretese di elargizione di somme di denaro avanzate dalla donna bensì alla sola richiesta ritenuta esosa dal sacerdote. (Sentenza 38812 del 14 ottobre 2022 della Corte di Cassazione)

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