Clochard ruba generi alimentari in un supermercato: sacrosanta la condanna
Irrilevante il fatto che a compiere l’azione criminosa sia stata una donna malconcia e malnutrita. Ad escludere l’ipotesi che il blitz sia stato provato per soddisfare un’esigenza esclusivamente personale è, secondo i giudici, anche il valore dei beni, valore pari a quasi 100 euro
Impossibile giustificare la clochard che prova a portar via generi alimentari – per un valore di quasi 100 euro – da un supermercato. Irrilevante, chiariscono i giudici, il riferimento alle sue condizioni di vita, con annessa difficoltà nel procurarsi cibo. Per i giudici va escluso , il presunto stato di necessità della clochard. Ciò perché, sebbene possa parlarsi di uno stato di marginalità sociale della donna sotto accusa, nulla di specifico è stato dedotto in ordine alle sue condizioni di vita, con particolare riferimento alla impossibilità per lei di ottenere il cibo per la propria sussistenza, anche facendo ricorso alle strutture sociali che si occupano dell’assistenza ai clochard. Al contrario, la donna non ha sottratto i generi alimentari per provvedere ad una imminente necessità di sussistenza, essendo, osservano i giudici, la merce sottratta di quantità sproporzionata rispetto al suo immediato fabbisogno e risultando piuttosto evidente, quindi, che ella abbia fatto scorta di beni al fine di trarne profitto per sé o per altri, e non per soddisfare un bisogno connotato da uno stato di necessità. (Sentenza 19373 dell’8 maggio 2023 della Cassazione)