Concordato e Codice della crisi: la verifica del Tribunale non può essere solo formale
Necessario verificare che la proposta ed il piano risultino operativamente percorribili e coerenti con il dichiarato fine del risanamento dell’impresa e della conservazione dei valori aziendali, oltre che in grado di assicurare la soddisfazione dei creditori

Alla luce del Codice della crisi è necessaria, in materia di concordato con continuità aziendale, la verifica della completezza della documentazione depositata e della regolarità della procedura svolta. Tuttavia, il controllo del Tribunale non si arresta ad una verifica meramente esteriore e formale della proposta, dovendo includere, anche al fine di evitare la diffusione di forme di abuso dello strumento concordatario in danno dei creditori e dell’economia nel suo complesso, il controllo sul rispetto dell’ordine delle prelazioni, sulla formazione delle classi, sull’assicurazione a ciascuno dei creditori di un’utilità economicamente rilevante. Fondamentale, inoltre, precisano i giudici, un controllo effettivo sui requisiti d’accesso alla procedura ed in particolare sulla esistenza dei presupposti per qualificare il concordato quale concordato in continuità. Proprio per questo, è necessario, concludono i giudici, che la proposta ed il piano risultino operativamente percorribili e coerenti con il dichiarato fine del risanamento dell’impresa e della conservazione dei valori aziendali, oltre che in grado di assicurare la soddisfazione dei creditori in misura almeno pari all’alternativa liquidatoria. (Sentenza del 23 gennaio 2023 del Tribunale di Bari)