Concorrenza sleale e abuso di posizione dominante nel mercato farmaceutico

Responsabile di illecito anticoncorrenziale l’impresa farmaceutica che ostacola l’ingresso nel mercato dei cd. genericisti

Concorrenza sleale e abuso di posizione dominante nel mercato farmaceutico

Va condannata al risarcimento dei danni da illecito anticoncorrenziale l’impresa farmaceutica di diritto statunitense, che, con abuso di posizione dominante nel settore delle “prostaglandine”, necessarie per la cura del glaucoma, pone in essere una pluralità di condotte riconducibili ad un’unica finalità escludente, volta a ritardare l’accesso dei cd. genericisti nel mercato italiano della commercializzazione di farmaci analoghi, di costo sensibilmente più contenuto. 

La Suprema Corte ha infatti sottolineato che la Corte d'appello aveva correttamente ritenuto che il brevetto divisionale ed anche il certificato di protezione complementare erano serviti alla società, combinati ad altri espedienti, per ritardare l'ingresso di farmaci generici equivalenti al “Xalatan” nel mercato italiano, ove il brevetto principale scadeva nel settembre 2009.

Ricorrendo alla registrazione di un brevetto divisionale dopo molti anni dall'ottenimento di quello principale, non seguito dalla produzione di un altro farmaco, ma accompagnato dalla richiesta di certificato di protezione complementare, la P. ha, infatti, potuto continuare a godere anche in Italia, e ancora per qualche mese, come negli altri Paesi europei, dell'esclusiva nell'uso del principio attivo impiegato per la produzione del farmaco “X.”, così ponendo in essere condotte con finalità escludenti dei concorrenti. (Cass. civ., sez. I, ord., 2 gennaio 2024, n. 9)

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