Consigliere comunale allontanato dall’aula: colpevole il sindaco

Risarcito il consigliere comunale che è stato illegittimamente allontanato dal sindaco dalla seduta consiliare.

Consigliere comunale allontanato dall’aula: colpevole il sindaco

Nel caso specifico, che nel corso di una seduta del consiglio comunale, nell'ambito della discussione di una proposta di variante al piano regolatore generale, a seguito di uno scontro verbale, il capogruppo di una lista di minoranza veniva apostrofato con epiteti offensivi (maleducato, signorino, diabolico) dal sindaco, per giunta in presenza di terze persone, e poi veniva fatto allontanare, sempre su input del sindaco, dalla seduta consiliare a cui non veniva più riammesso. A certificare la responsabilità del primo cittadino sono i riferimenti normativi relativi al funzionamento del consiglio comunale. Nello specifico, è previsto l'allontanamento dalla riunione consiliare di chi abbia cagionato gravi disordini, mentre, nel caso di specie, non risulta che l’esponente di minoranza abbia posto in essere concrete turbative dell’ordine pubblico, avendo egli svolto un intervento di carattere politico. Lungi dunque dal perseguire un interesse pubblico all’ordinato svolgimento dell’adunanza, il sindaco è pervenuto ad una deliberazione nella mutata composizione del consesso deliberante per diminuzione del numero dei suoi componenti a seguito della sua iniziativa di espellere il consigliere di opposizione. Dunque, è ravvisabile astrattamente il reato di abuso d’ufficio, sussistendo, come si evince dalla ricostruzione della vicenda, l’esistenza di dolo intenzionale, per tale intendendosi la volontà dell’evento che si è verificato, cioè l’allontanamento senza successiva riammissione del consigliere d’opposizione all’assemblea. (Ordinanza 25958 del 6 settembre 2023 della Cassazione)

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