Diritto di informazione dei soci: gli amministratori debbono garantire una conoscenza concreta dei reali elementi contabili recati dal bilancio
Il bilancio di esercizio di una società di capitali, che violi i precetti di chiarezza e precisione dettati dal Codice Civile, è illecito

Gli amministratori devono soddisfare l'interesse del socio ad una conoscenza concreta dei reali elementi contabili recati dal bilancio al fine di realizzare il diritto di informazione previsto dal Codice Civile, diritto che è in rapporto di strumentalità con il principio di chiarezza, sicché sono obbligati a rispondere alla domanda d'informazione pertinente e a cui non ostino oggettive esigenze di riservatezza, in modo da dissipare le insufficienze, le incertezze e le carenze di chiarezza in ordine ai dati di bilancio ed alla relativa relazione. Allo stesso tempo, il bilancio di esercizio di una società di capitali, che violi i precetti di chiarezza e precisione dettati dal Codice Civile, è illecito, sicché la deliberazione assembleare con cui esso è stato approvato è nulla non soltanto se la violazione determini una divaricazione tra il risultato effettivo dell'esercizio, o la rappresentazione complessiva del valore patrimoniale della società, e quello del quale il bilancio dà invece contezza, ma anche in tutti i casi in cui dal bilancio stesso e dai relativi allegati, ivi compresa la relazione, non sia possibile desumere l'intera gamma delle informazioni che la legge vuole siano fornite per ciascuna delle singole poste iscritte. (Ordinanza 12493 del 10 maggio 2023 della Cassazione)