Domande identiche proposte in procedimenti diversi: condanna per lite temeraria

Evidente l’abuso dello strumento processuale. Conseguente la condanna a risarcire le parti convenute

Domande identiche proposte in procedimenti diversi: condanna per lite temeraria

Legittimo parlare di lite temeraria, con conseguente condanna a risarcire le parti convenute, quando la linea difensiva è consistita nel reiterare in più processi sempre le stesse domande, obbligando le parti convenute a costituirsi in ciascuno dei procedimenti. Per i giudici è evidente l’abuso compiuto in ambito processuale, testimoniato, peraltro, anche dal deposito di scritti difensivi che non tengono minimamente conto delle eccezioni sollevate dalle controparti né tantomeno dei rilievi già evidenziati dal giudice in sede cautelare. In sostanza, gli attori hanno riproposto nei vari procedimenti sempre le medesime allegazioni contenute nell’atto di citazione, ignorando completamente e volutamente ogni altro elemento a disposizione utile a modificare il quadro complessivo della vicenda giudiziaria. Sacrosanto, quindi, secondo i giudici, parlare di abuso dello strumento giudiziario, un abuso che va sanzionato anche per evitare la dispersione di risorse fondamentali per la giurisdizione e per consentire l’accesso dei soggetti meritevoli alla tutela giudiziaria. (Sentenza del 2 dicembre 2021 del Tribunale di Ancona)

News più recenti

Mostra di più...