L' ospedale deve provare l’esistenza precedente dell’infezione
E’ onere della struttura sanitaria dimostrare che, al momento della trasfusione, il paziente fosse già affetto dall’infezione di cui domanda il risarcimento

Allo stesso tempo, è sempre onere della struttura sanitaria allegare e dimostrare di avere rispettato, in concreto, le norme giuridiche, le leges artis e i protocolli che presiedono alle attività di acquisizione e perfusione del plasma. Questi i paletti fissati dai giudici, chiamati a prendere in esame la richiesta di risarcimento avanzata da una persona a fronte dei danni subiti a causa di malattia (epatopatia HCV) contratta in seguito ad emotrasfusione eseguita presso un ospedale. Necessario, nello specifico, accertare, precisano i giudici, se la condotta della struttura sanitaria sia stata corretta nelle procedure di acquisizione e perfusione del plasma e conforme alla normativa di settore. Questa verifica è fondamentale se, come nel caso preso in esame, viene appurata una condotta carente della struttura nella tenuta e nella conservazione della documentazione. (Ordinanza 26091 del 7 settembre 2023 della Cassazione)