MMA è arte marziale che esige il contatto: niente risarcimento per i danni riportati a seguito del colpo subito in allenamento

I giudici precisano che la violazione, nel corso di attività di allenamento, di una regola del regolamento sportivo non costituisce di per sé illecito civile, in mancanza di altre circostanze rilevanti ai fini del carattere ingiustificato dell'azione dell'atleta

MMA è arte marziale che esige il contatto: niente risarcimento per i danni riportati a seguito del colpo subito in allenamento

Nello sport caratterizzato dal contatto fisico e dall'uso di una quota di violenza - come le arti marziali - la violazione, nel corso di attività di allenamento, di una regola del regolamento sportivo non costituisce di per sé illecito civile in mancanza di altre circostanze rilevanti ai fini del carattere ingiustificato dell'azione dell'atleta. Questo il principio fissato dai giudici, chiamati a prendere in esame l’istanza risarcitoria avanzata da un uomo che, durante un allenamento di ‘Mixed Martials Arts’ tenuto da due maestri e durante la successiva attività di sparring (cioè combattimento leggero con lieve contatto a coppie) tra i vari partecipanti, aveva subito un forte calcio ai genitali da un altro allievo. Poi, il giorno successivo all’episodio, alla luce dei dolori nel corso della notte e di un grosso versamento di sangue, venne diagnosticata la rottura traumatica del testicolo sinistro, successivamente asportato. In premessa, i giudici ricordano che i falli commessi durante lo svolgimento di un'attività sportiva godono della copertura della relativa scriminante se ed in quanto frutto di condotte colpose e funzionali al gioco e aggiungono poi che l'arte marziale denominata ‘Mixed Martials Arts’, come appurato mediante le notizie fornite dal sito ufficiale della federazione di settore , esige il contatto fisico più completo ed è, fra tutte le arti marziali, quella più efficace per la difesa personale - tanto da essere raccomandata per l'allenamento delle forze di polizia e dei militari -. Di conseguenza, secondo i giudici, il calcio subito dalla persona danneggiata., essendo connaturato al tipo di disciplina sportiva - sia pure per fini non agonistici -, ha costituito comunque un fallo in necessario collegamento funzionale con il modello sportivo di riferimento. E, peraltro, costituendo la suddetta arte marziale una disciplina comunemente volta ad abbattere e placcare fisicamente l'avversario, attraverso l'uso di pugni e calci, la condotta della persona responsabile del calcio, benché avesse integrato un illecito sportivo, per avere colpito i genitali della persona offesa, e fosse stata caratterizzata da violenza, di grado però non incompatibile con le caratteristiche altrettanto violente della disciplina, non può dar luogo a risarcimento, secondo i giudici. (Sentenza 4707 del 15 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)

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