Motociclista caduto a causa di una buca: la condotta colposa da lui tenuta non esclude la responsabilità del custode della strada

Illogico escludere la responsabilità dell’ente locale solo alla luce del fatto che il mezzo a disposizione della donna pare non fosse in grado di affrontare le insidie della strada

Se è ipotizzata la responsabilità del custode della strada per la caduta patita da un motociclista in corrispondenza di una sconnessione o di una buca, non è predicabile la ricorrenza del caso fortuito a fronte del mero accertamento di una condotta colposa della vittima, condotta che, invece, può assumere rilevanza ai fini della riduzione o dell’esclusione del risarcimento. E in questa ottica per l’integrazione del fortuito è necessario che la condotta tenuta dalla persona danneggiata presenti anche caratteri di imprevedibilità ed eccezionalità tali da interrompere il nesso causale tra la cosa in custodia in pessime condizioni di manutenzione e l’incidente, così da degradare la condizione della cosa al rango di mera occasione dell’evento dannoso. Nel caso preso in esame dai giudici una donna ha citato in giudizio un Comune per sentirlo dichiarare responsabile del sinistro occorsole e per ottenere il risarcimento dei danni riportati e ha raccontato che, mentre percorreva una strada cittadina, aveva perso il controllo del motorino a causa del grave degrado del manto stradale, non posto in evidenza da apposita segnaletica. A fronte di tale quadro, i giudici ritengono illogico escludere la responsabilità dell’ente locale solo alla luce del fatto che il mezzo a disposizione della donna pare non fosse in grado di affrontare le insidie della strada. (Sentenza 4051 del 9 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)

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