Sanzionabile il pubblico ministero che, scaduti i termini delle indagini preliminari, ritardato in maniera ingiustificata la definizione dei procedimenti
Colpevole e meritevole di sanzione il magistrato che col proprio comportamento negligente ritarda la definizione dei procedimenti a lui assegnati. A finire nel mirino del Consiglio Superiore della Magistratura è un Pubblico Ministero. A lui viene contestato, in sostanza, di avere omesso, senza giustificato motivo, di disporre indagini richiedere proroghe o comunque definire una serie di procedimenti e di dare disposizioni alla segreteria in ordine alla registrazione di ben trentacinque comunicazioni di reato. A fare chiarezza provvedono le Sezioni Unite Civili della Cassazione, sancendo la colpevolezza del magistrato finito sotto procedimento disciplinare. In premessa viene richiamata la specifica regola processuale in materia di modalità e termini della fase delle indagini preliminari e di esercizio dell’azione penale. Poi, una volta presi in esame gli addebiti mossi al Pubblico Ministero, i giudici vi rinvengono un evidente illecito disciplinare, poiché egli, scaduti i termini delle indagini preliminari, ha ritardato in maniera reiterata, grave ed ingiustificata la definizione dei procedimenti assegnatigli mediante esercizio dell’azione penale o richiesta di archiviazione. (Sentenza 37017 del 26 novembre 2021 della Cassazione)