Non basta il non corretto adempimento professionale per condannare l’avvocato

Respinta la richiesta di risarcimento avanzata da un condominio. All’esito dell’esame del materiale probatorio offerto dal condominio, non è possibile fare una valutazione prognostica circa il probabile esito dell’azione giudiziale non intrapresa

Non basta il non corretto adempimento professionale per condannare l’avvocato

La responsabilità dell’avvocato non può affermarsi per il solo fatto del suo non corretto adempimento dell’attività professionale. Occorre verificare, invece, se l’evento produttivo del pregiudizio lamentato dal cliente sia riconducibile alla condotta del legale, se un danno vi sia stato effettivamente e se, ove il professionista avesse tenuto il comportamento dovuto, il suo assistito, alla stregua di criteri probabilistici, avrebbe conseguito il riconoscimento delle proprie ragioni, dovendosi altrimenti ritenere che difetti tale responsabilità del legale. Questo il paletto fissato dai giudici a chiusura del contenzioso tra un condominio e un avvocato. Nel caso preso in esame il legale non ha contestato l’omissione addebitata, consistente nella mancata tempestiva notifica dell’opposizione a un decreto ingiuntivo, ma, sulla scorta delle produzioni agli atti e stante l’inammissibilità delle prove orali dedotte dal cliente, in quanto inidonee a provare l’assunto difensivo, non può dirsi provato il danno lamentato dal condominio, chiariscono i giudici. Ciò perché si è ritenuto, all’esito dell’esame del materiale probatorio offerto dal condominio, che non fosse possibile fare una valutazione prognostica circa il probabile esito dell’azione giudiziale non intrapresa, in tal modo escludendo che il condominio potesse ragionevolmente attendere il risultato positivo dalla controversia giudiziale che il professionista avrebbe dovuto incardinare. (Ordinanza 33442 del 14 novembre 2022 della Corte di Cassazione)

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