Odori sgradevoli provenienti dal vicino allevamento di maiali: niente risarcimento per il titolare del ristorante

L’intollerabilità delle immissioni olfattive va valutata tenendo conto anche delle caratteristiche specifiche del contesto territoriale

Odori sgradevoli provenienti dal vicino allevamento di maiali: niente risarcimento per il titolare del ristorante

I giudici sottolineano, in premessa, che il concetto di normale tollerabilità è relativo e variabile e va considerato in base alle caratteristiche della zona ed alle abitudini degli abitanti, con la conseguenza che possono ritenersi tollerabili in zone agricole immissioni olfattive che, di contro, sarebbero intollerabili in zone residenziali. Proprio ragionando in questa ottica, i giudici ritengono che gli odori provenienti dall’allevamento di maiali di proprietà di un’azienda agricola, poiché non dovuti all’emissione dei reflui dei suini nell’area, bensì agli odori fisiologicamente prodotti dagli animali, non debbono ritenersi intollerabili. E ciò anche in ragione del rilievo che l’attività di ristorazione è collocata in una zona a forte espansione agricola ed è circondata da fondi destinati all’agricoltura ed all’allevamento zootecnico. I giudici precisano poi che l’intollerabilità delle immissioni olfattive non va riferita solo al fondo che le ha subite, essendo invece necessario tenere conto dello stato complessivo della zona circostante il fondo e, a tal fine, dovendosi avere riguardo alle sue caratteristiche-economiche ed alla prevalente tipologia delle attività, anche produttive, che vi si svolgono. (Sentenza 27036 del 14 settembre 2022 della Corte di Cassazione)

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